Lady Scarlet - LADY SCARLET - I AM NOT A BARBIE

LADY SCARLET - I AM NOT A BARBIE

My slave is squatting on the ground and cleaning my shoes when I enter the scene wearing a bodysuit and jacket in shades of pink and sheer black tights with a stripe at the back. I tap her on the shoulder and tell her to stand up. I notice for the first time how small she is... After all, I have always made her stay low, at the height of my feet... I take off my jacket, showing off my powerful body, and throw it over her head. LOL she's better suited to be my coat hanger! A little annoyed, she throws her jacket away, and I, careless or rather amused, continue to tease her by leaning on her head. Then I take her and bringing her closer to me I compare our bodies and our different sizes. I walk around her, push her, and she's so light that I decide to lift her off the ground. I start carrying her around in multiple different ways, until I pin her to the wall with my leg raised and my shoe pressing into her chest. I order her to worship my big shoes with her little mouth. I carry her around a little more, show how off my muscles by letting her feel them, and now that she has a good idea of my physical strength, she can go back to the corner to finish her work, certain that she will do her best not to unleash my anger...

NON SONO UNA BARBIE

La mia schiava è accovacciata a terra e sta pulendo le mie scarpe quando entro in scena con un body e una giacca sulle tonalità del rosa e dei collant neri velati con la riga dietro. Le batto sulla spalla e le dico di alzarsi in piedi. Noto per la prima volta quanto è piccola… Del resto l’ho sempre fatta stare in basso, all’altezza dei miei piedi… Mi sfilo la giacca esibendo il mio corpo possente, e gliela lancio sulla testa. LOL è più adatta a ******i da attaccapanni! Lei un po’ infastidita getta via la giacca, e io noncurante anzi divertita continuo a sfotterla appoggiandomi sulla sua testa. Poi la prendo e avvicinandola a me metto a confronto i nostri corpi e le nostre differenti misure. Le giro attorno, la spingo ia, ed è così leggera che decido di sollevarla da terra. Inizio a portarla in giro in più modi diversi, fino a quando non la inchiodo al muro con la mia gamba alzata e la mia scarpa che le preme sul petto. Le ordino di adorarmi le grandi scarpe con la sua piccola bocca. La porto ancora un po’ in giro, esibisco i miei muscoli facendoglieli tastare, e ora che si è resa bene conto della mia forza fisica può tornare nell’angolino a finire il suo lavoro, certa che si impegnerà per non scatenare la mia collera…